“Alcuni si lamentano che le rose abbiano le spine, altri si sentono grati che i cespugli spinosi abbiano le rose.”
BENNINI
Oggi scopriremo cosa è un Gratitude Journal e perché è così importante per la nostra serenità quotidiana.
Partiamo dall’inizio.
Sapreste dire cosa è la gratitudine?
Mi ricordo di quello che sentivo da piccola: ero una bambina felice, vivevo in un luogo che amavo e non volevo mai lasciare, e in qualche modo consapevole che avevo molti motivi per cui essere grata.
Anche se allora non sapevo cosa fosse la gratitudine.
La gratitudine è quel senso di contentezza (che Pat ha spiegato così bene nel suo articolo) che ci fa sentire il cuore leggero, sereno.

Viviamo in un pazzo mondo veloce e pieno di avidità, che ci racconta che saremo migliori quando avremo questo o quello, o avremo raggiunto questa o quella posizione lavorativa.
In questa condizione, la gratitudine verso le piccole cose sembra un miraggio non attuabile, una vicenda per santoni che si ritirano nei templi e osservano la natura.
Ammettiamolo essere grati il lunedì sera in ufficio è difficile.
Lo è.
Vi svelo però un segreto.
Essere grati è anche la cura per il nostro malessere.
E’ il passaggio fondamentale che ci aiuta a capire se effettivamente siamo davvero infelici e insoddisfatti o se forse, e dico forse, non sia un’illusione.
Ti racconterò una storia, di cui forse riconoscerai qualche passaggio.
Sei pronto?
Bene, era il 2019 e venivo da un anno estremamente complesso, stavo buttando via gli ultimi anni lavorativi, la mia relazione era appesa ad un filo, e il mio paese mi stava stretto.
Ero insoddisfatta di ogni cosa che mi riguardasse, volevo cambiare tutto. O così credevo.
È arrivata la pandemia, e pensavo che l’Universo intero ce l’avesse con me. Ci siamo passati in tanti.
Poi, mentre pulivo, e riducevo le cose che mi circondavano, capitai su un video che mostrava come tenere un diario della gratitudine o Gratitude Journal.
Nel frattempo, seguendo Marie Kondo (vi consigli il suo bellissimo libro “Il potere del riordino“), dicevo grazie alle cose che ero pronta a lasciare andare.
Tutto si allineava, tutto tornava al suo posto, ma sotto un’altra luce.
Così presi uno dei quaderni dell’università che salvai dalla grande pulizia e lo utilizzai al contrario.
La prima sera scrissi 5 cose per cui ero grata.
Erano cose superficiali, quelle che in quel momento mi tenevano in piedi: la mia famiglia, il tetto sopra la mia testa, il mio gatto nero, i soldi che avevo ancora, e i kdrama.
Non certo la gratitude list di un’illuminata, ma un primo passo bisogna pur sempre farlo.
Gratitude Journal, istruzione per l’uso
Decisi di provare a fare un tentativo, Pat mi direbbe che probabilmente volevo allenarmi di nuovo con me.
Era più semplice, volevo sapere cosa fosse andato storto.
Non capirsi è sempre una brutta faccenda.
Mollai la scopa e presi un diario, un bullet journal, uno di quei quaderni con i fogli bianchi e i puntini per poter sia disegnare che scrivere.
Misi il titolo alla lista (sisi Pat è il mio lato Pitta che esce.. ^^) e mi dissi che ogni sera avrei risposto a 3 semplici domande e dopo un mese avrei tirato le fila dei miei pensieri.
Ed ecco.
Sotto la mia bic blu si mostrava il bellissimo mondo della contentezza, o Santosha, della gratitudine.
Quella piccola routine stava trasformando del tutto il modo in cui pensavo o, più precisamente, il modo in cui sentivo e vivevo.
Se ogni sera si vedono le cose che durante la giornata ci hanno reso felici, per quanto piccole esse siano, il modo di valutare il nostro giorno cambia.
Ti porto un esempio da uno dei miei primi Gratitude Journal
14/05/19 Agenda del lavoro, annoto: V. lo odio, tutte queste cose che mi fa fare le odio, odio questo lavoro, voglio andarmene. Giornata difficile. 14/05/19 Gratitude Journal, annoto: Il caffè buono che mi ha fatto P. durante la mattina, il complimento di I. sulla mia tesi di dottorato, treno in orario, N. ha cucinato cinese!
Sembrano due giorni diversi vero?
Eppure no.
Nella frustrazione della giornata ho annotato quello che mi stava facendo arrabbiare sull’agenda,
La sera mi sono seduta e ho ripensato a qualcosa di bello accaduto durante lo stesso giorno
Alla fine ho pensato che la giornata non era poi così male, le cose per cui mi sarei sentita di dire grazie erano di più.
Ecco cosa ci permette di fare un Gratitude Journal.
Ci aiuta a rivedere da un altro punto di vista il nostro ORA.
Se si attua con costanza, il pensiero si focalizza sul positivo, sul bello, su ciò che ci fa sentire bene.
Piano piano evolviamo con lui, il nostro sguardo si fa sempre più profondo e arriva dentro di noi.
Sarà a quel punto che diremo grazie per quello che siamo.
Ci sentiremo in pace, e come direbbe Pat, finalmente allineati, tutti dritti sul nostro Punto 0.
Come si scrive un Gratitude Journal

A questo punto ti starai chiedendo: ma come si tiene un Gratitude Journal?
Non c’è una regola fissa, lo si può compilare come meglio si crede, in forma libera o sotto forma di gratitude list.
Ti servirà sperimentare e capire quale sia il metodo migliore per te, per il tuo flusso di pensieri.
Per quanto riguarda me, mi sono data 3 domande a cui rispondo a punti e poi se ne ho voglia scrivo sotto i miei pensieri sulla giornata.
Tutte le sere?
Sarebbe l’ideale, ma non sempre possibile. E’ un esercizio che richiede costanza.
Per stimolare la creatività, ti lascio la musica che mi metto nelle orecchie per scrivere.
Si tratta di un mantra bellissimo che distende subito la mente.
Proprio non sai da dove cominciare?
Eccoti un format semplice per iniziare il Gratitude Journal, da questa sera.
Riscopri il bello della vita, come una tazza di caffè o dei pomodori possano essere un balsamo dell’anima, e sentiti come quando d’inverno ci si infila sotto ad una coperta a maglie grosse.
Grazie anime belle per aver letto fino a qui,
Bennini