Orto sinergico: come prepararsi a rifiorire a febbraio
E’ febbraio.
Oltre ad essere il mese più corto dell’anno, è anche quello che mi piace meno.
Lo vivo male!
L’inverno, stagione che adoro, ha dato il meglio di sè nei mesi precedenti.
Nell’aria si inizia a percepire una forza ed un’energia diversa, quella della primavera.
Ti chiama la primavera.

Io a febbraio mi sento così…
Come un germoglio che ha voglia di risbocciare, uscire dal torpore, e godermi i raggi più caldi del sole.
Con Pat abbiamo passato questi due primi mesi del 2022 a chiederci quali fossero le basi che dovevamo mettere prima dell’arrivo della primavera.
Abbiamo parlato di radici, di fasi lunari, di come preparare al meglio la nostra casa con pulizie energetiche ed erbe magiche, di come ristabilire le nostre abitudini, tutto con un solo obiettivo.
Prepararci a rifiorire.
In queste due settimane sono stata lontana da telefoni e internet.
Mi sono occupata della mia micro famiglia e del nostro spazio, e ho capito una cosa.
Anche il mio orto funziona allo stesso modo.

L’orto a febbraio si prepara a rifiorire
A fine febbraio ci sono gli ultimi sopravvissuti dell’inverno che vanno raccolti:
- qualche broccolo
- uno o due cavoli neri
- delle rape
- un po’ di bietole colorate da taglio
Qui fa ancora troppo freddo per procedere ad una nuova semina o trapianti.
Il terreno deve riposare, deve ritrovare energia, assorbire nuovi nutrienti, e soprattutto, respirare.
E allora ho pensato che eravamo simili io e il mio orto a febbraio.
Sentiamo entrambi la necessità di fermarci per qualche giorno, recuperare le forze, riassorbire nutrimento.
Sarchiare un pochino per poter respirare.
E aspettare di sentire il rinnovato tepore, mentre osserviamo il giardino intorno a noi risvegliarsi e prepararsi a rifiorire.
Allora, mentre ci lascio riposare, ho pensato di organizzare il mio orto, o meglio di riportarlo al suo stato naturale.
Organizzazione dell’orto sinergico
Quest’anno infatti ho deciso di passare ad un orto sinergico.
L’orto sinergico cerca di affidarsi il più possibile alla permacultura.
Ovvero quella tecnica colturale che si affida alle tecniche di sinergia della migliore macchina organizzativa mai esistita: la natura.
Si tratta di ricreare un ecosistema che sia autoproduttivo e auto-rigenerativo, che lavori in simbiosi tra suolo, piante e animali.
Un lavoro faticoso non c’è che dire.
Mi ha sempre affascinato il pensiero di riportare allo stato naturale il mio orto.
Ma bisogna essere preparati.
Quello che avremo davanti sarà più che altro un bellissimo caos colorato e produttivo, fatto di fiori, erbe, certo anche quelle magiche!
Fatti di frutta e verdura, che coabitano insieme e si fanno forza l’un l’altra, in un delicato equilibrio.
Questo tipo di orto è inoltre un modo per attenuare la mia ansia da controllo.
Imparare a lasciare andare, accettare lo sbaglio e il fuori posto visivo, una cura naturale, e diciamolo, molto molto buona.
Non vedo l’ora.
Ma perchè parlare di questo qui?

Come funziona l’orto sinergico
In un orto sinergico non si coltivano solo le piante.
Soprattutto ci si prende cura del suolo, della sua fertilità, delle sue risorse, di farlo esprimere al massimo del suo potenziale, ma senza mai sfruttarlo.
Si coltiva un EQUILIBRIO sul quale affideremo le nostre culture negli anni futuri.
Quella dell’orto sinergico, una volta che ha trovato la sua naturale forma, è una struttura permanente, che non muta, ma si rigenera.
E’ un altro esempio di come prendersi cura delle radici, delle basi, del nostro terreno, e della nostra merda (Pat lo posso scrivere?)
Scusate la parola, ma è proprio quella che ci serve poi a fiorire, sbocciare, richiamare farfalle.
Ecco perché ne parlo in questo strano e lento almanacco.
Perché l’orto sinergico sia di ispirazione per me, e per chi è alla ricerca di quel punto 0 su cui stare in equilibrio senza sforzo.
Il punto naturale.
Per approfondire le basi del tuo orto sinergico, ti consiglio un piccolo manuale:
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Alla fine penso che mi piacerebbe creare un erbario!
Che dite? lo facciamo?
Coltivare è poi un esercizio fantastico per allenare pazienza, stupore e meraviglia!
Se non siete tanto da terra e mani sporche, ma vi piace l’idea di produrre qualcosa di vostro i germogli potrebbero essere la scelta giusta per voi!

La lista per preparare i germogli
Iniziate a preparare:
- barattoli di vetro vecchi
- retine degli agrumi (quelle di plastica che inquinano gli oceani, non buttatele!)
- confezioni di latte o legumi di tetrapak
QUI vi spiego come farli diventare dei germogliatori zero waste fai da te, che sono estremamente efficienti!
A presto anime bucoliche,
Bennini