“Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.”
ALESSANDRO BARICCO
“Che sia troppo tardi, madame”
I lievitati: meditazione pratica dell’arte di saper aspettare
Come meditazione pratica vi proponiamo la ricetta della focaccia genovese, che trovate qui in fondo all’articolo.
L’arte di saper aspettare, si coltiva nel tempo, insieme a quello stato di silenziosa fiducia universale.
É un’arte difficile da imparare.
Specie se si è cresciuti nell’epoca più veloce di sempre, dove ciò che vogliamo arriva da solo in meno di 24 ore senza uscire di casa, e tutto ciò che pensiamo proviamo o viviamo è trasmesso in diretta.
Senza pause, senza attesa.
Mi ricordo quando ero più piccola e per sapere com’era andata la vacanza della tua amica, il viaggio in treno, l’esame all’università, dovevi aspettare e chiedere al diretto interessato.
Ora le dinamiche sono diverse.
L’arte di saper aspettare non è la pazienza, o la più ridicola storicità ed immobilismo.
Saper aspettare vuol dire concedere i giusti tempi alla vita.
Io non sono brava a saper aspettare.
Per esempio, inizio una serie tv solo quando è finita e ho a disposizione tutti gli episodi, non sono capace di aspettare 1 settimana o più gli svolgimenti di una storia, la guardo intera.
Così capita di vedermi a fare nottata per finire una serie.
Mi capita anche con i libri, devo sapere come va a finire.
L’ attesa mi snerva.
Ma ho capito che così non mi godo molto le storie e i percorsi.
Ci sono poi situazioni in cui saper aspettare è necessario.

Per guarire, e questo 2022 sembra volermi insegnare proprio questo, serve concedersi il tempo giusto, quello di cui si ha bisogno.
Non puoi accelerare il processo, se ci provi torni indietro.
Non sono brava a praticare il miglioramento di sé in maniera intellettuale o spirituale, mi serve la parte pratica.
Sarà la mia parte contadina.
Così per imparare ad aspettare io mi dedico ai lievitati.
Se volete cimentarvi, questo fa per voi:
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Preparare i lievitati è un grande esercizio per praticare l’arte di aspettare.
Non si può barare (e già questo leva di torno tutti quei trucchetti che potrei utilizzare!^^), se non si rispettano i tempi, quelli veri, quelli giusti, l’insuccesso è garantito.
Garantito.
Preparare pani, focacce e brioches mi ha insegnato molto più di quello che potessi immaginare.

Stavo lì, tra una lievitazione e l’altra, a pensare che magari non dovevo fare tutte quelle pieghe al pane, che se anche non fosse proprio raddoppiata la biga andava bene, che due ore per la focaccia erano più che sufficienti.
Beh fu un insuccesso.
Ogni volta che ho provato a barare o semplicemente non capivo che per certe cose serve tempo, il giusto tempo, ho fatto un casino.
Pani che sembravano ciabatte, focacce assolutamente non commestibili se non pucciate il litri di latte, e brioches che voglio dimenticare.
E la mia prima reazione non fu quella di pensare:
“ah dovevo rispettare i tempi di lievitazione”.
ma invece:
“se non mi riesce è perché non sono brava”
“questa ricetta non mi piace”
Col tempo ho capito che il problema era a monte.
Ero completamente incapace di riconoscere il valore dell’attesa, che spesso contiene anche la crescita, che sia della biga o nostra.
Lo facevo in cucina, ma lo avevo fatto al lavoro pensando “in questo posto non cresco vado via” dopo solo 6 mesi.
Lo faccio quando conosco persone nuove nascondendomi dietro al “ non mi ha dato una buona prima impressione”.
Lo faccio tutte le volte che non do alle persone o alle situazioni il tempo, il loro, di evolvere, manifestarsi.
Insomma, crescere in un mondo senza attese è comodo, veloce ed efficiente.
Ma del tutto inutile se applichiamo il metodo Amazon alle nostre relazioni o alla nostra crescita personale, imponendoci obiettivi inimmaginabili di crescita senza limiti, in un lasso di tempo che non permetterebbe nemmeno di far lievitare un panettone come si deve.
Siamo lì nei nostri uffici giovani e pieni di aspettative (veloci) e quando queste non si presentano pensiamo che non siamo abbastanza bravi oppure qualcosa è andato storto.
E in effetti è così, qualcosa è andato storto.
Per fare un panettone ci vogliono giorni, se provi a farlo in ore, beh lasciamo stare.
Non è una lezione facile da assimilare.
Serve allenamento, dedizione e una buona dose sia di auto controllo oltre che di indulgenza verso sé stessi.
Cambiare è sempre difficile, soprattutto quando tutto intorno a noi ci chiede immediatezza di risposte.
Questa è la grande lezione dei lievitati, ovvero l’arte di saper aspettare.
Ogni cosa ha il suo tempo, così come ogni persona e ogni trasformazione, e a questo bisogna arrendersi.
Quindi, ecco, preparare il pane insegna ad aspettare che la vita sia pronta.
Per lo meno a me!^^
Se anche voi come la sottoscritta cercate un metodo pratico per mettere alla prova la vostra arte di saper aspettare vi lascio una delle mie ricette preferite e sfidanti (Pat non ti arrabbiare!).
Ricatta della a focaccia genovese

Semplice, buonissima, ma con tanti passaggi da dover fare.
Ne saltate uno? Beh lo sapete già.. 🙂
La ricetta non è mia ma di vivalafocaccia.com ,trovate anche il video con la loro spiegazione passo passo su YouTube!
INGREDIENTI:
- Farina 180 gr
- Acqua 112 gr
- Olio 11 gr
- Sale 4 gr
- Malto o miele o zucchero 2 gr
- Lievito di birra fresco 10 gr
PROCEDIMENTO:
- Sciogliere Acqua, Sale, Malto ed Olio. Aggiungere metà della farina fino ad ottenere una pasta densa, ma ancora liquida. Aggiungere il Lievito ben sbriciolato. Se usate il lievito secco, scioglietelo in un po’ di acqua tiepida (30°) che tenete da parte dalla quantità di acqua iniziale. L’acqua non deve essere troppo calda o rovinate il lievito.
- Lavorare la pasta aggiungendo la farina restante fino ad ottenere un impasto compatto ma non duro.
- Coprite bene e lasciare riposare la pasta per 10-15 minuti su un asse di legno (o tegame) ricoperta da un telo in modo che non prenda troppa aria (ciò evita il formarsi della crosta).Vedrete che dopo aver riposato la pasta sarà molto più’ asciutta e più facile da gestire.
- Piegate la pasta in 2 o in 4 a seconda della forza della farina. Questo procedimento dá forza alla pasta. Se usate farine forti (12% di glutine) potete evitare questo passaggio o piegarlo solo una volta.
- Dare alla pasta una forma che ricalchi quella della teglia dove verrà’ cotta senza però stropicciare o maltrattare o cercare di stirare l’impasto. Più’ o meno 550g di pasta per una teglia da forno di casa (40cm x 25cm).
- Versare nel centro della teglia un po’ di olio. Deporre la pasta sulla teglia in corrispondenza dell’olio precedentemente versato. Cospargere di olio la parte superiore della pasta (con un pennello o con le dita in modo che la pasta non sviluppi una crosta).
- Mettete a lievitare in un luogo al riparto da correnti, per esempio nel forno spento con la porta chiusa. D’inverno potete accendere la luce del forno per tenere l’ambiate più caldo (circa 30°)
- Dopo 40-60 minuti a seconda delle condizioni climatiche e dello stato di conservazione del lievito, la pasta raddoppierà più’ o meno di volume. Stendetela nella teglia con le mani cercando di non tirarla, ma di schiacciarla il più’ possibile fino a che occupi tutta la teglia.
- Cospargete le superficie con un velo piuttosto abbondante di sale. Questo serve per condire la focaccia ma anche per evitare che si formi la crosta durante la lievitazione.
- Lasciare riposare circa 30 Minuti.
- Versate un po’ di acqua tiepida (30°C) sulla superficie. L’acqua manterrà la pasta umida e darà’ quel colore bianco caratteristico della focaccia genovese al fondo dei buchi. Versate un po’ di olio extra vergine sulla superficie. Imprimere energeticamente con le dita tutta la superficie per formare i caratteristici buchi che devono risultare uniformi e piuttosto vicini.

- Lasciare lievitare almeno 60-75 minuti. I tempi di lievitazione dipendono molto dalle condizioni climatiche. Se fate più di una focaccia, potete lasciare lievitare le altre anche di più. Specialmente d’inverno le focacce posso lievitare anche 2 o più ore. Fate solo attenzione a non sbatterle quando le mettete in forno. Per rallentare la lievitazione potete farle lievitare in un luogo meno caldo o addirittura bloccare la lievitazione mettendole in frigo e poi tirarle fuori circa 90 minuti prima della cottura.
- Infornare nel forno già caldo e cuocete a 220-240 gradi per 15-20 minuti. Ogni forno e’ diverso e i tempi possono variare considerevolmente. Tenetela d’occhio!
- Una volta cotta, sfornate e, rovesciate la focaccia su una griglia in modo che l’aria passi anche sotto di essa per evitare che diventi molle e rimanga umidità nel fondo!
Avete fatto tutto, avete aspettato?
Bene, allora è solo giunto il momento di mangiare!!