Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita.
San Francesco d’Assisi
Andiamo alla scoperta di Kapalabhati il respiro che accende il fuoco. Tecnica utilizzata dagli antichi Yogi per purificare la mente.
Partiamo dal principio: il fuoco.
Il fuoco è, tra tutti e 4, l’elemento forse più affascinante.
Certo, l’acqua è vita, la terra è fertile e l’aria è forza. Ma il fuoco è ammaliante, caldo, a tratti inquietante.
L’essere umano ne è sempre stato attratto. E’ un elemento che ci ha aiutato ad evolvere.
La scoperta del fuoco, un milione di anni fa, permise agli ominidi che ci hanno preceduto di scaldarsi, proteggersi dai predatori e cuocere il cibo.
Perchè il fuoco è così interessante?

Il fuoco ha un potere unico: sa trasformare.
Ebbene sì, è l’unico tra gli elementi che porta un cambiamento, dove passa. Le trasformazioni del fuoco sono, inoltre, purificatrici.
Del resto, la tradizione sciamanica, associa l’elemento fuoco a un’entità tanto misteriosa, quanto potente: il mago interiore. Se ti interessa lo sciamanesimo, nel seguito trovi un testo utilissimo per approfondire, “La Grande Guida allo Sciamanesimo” di Rebecca Keating.
Secondo gli sciamani andini o della zona siberiana, il mago interiore vive dentro ognuno, precisamente poco sopra l’ombelico 🙂
Questa misteriosa entità è in grado, se risvegliata, di trasformare le idee in azione. è quella che ci permette di realizzare i nostri obiettivi nella realtà materiale.
La questione si fa interessante, non è vero?
Ma come si risveglia il mago interiore?
Per risvegliare il mago che vive celato dentro te, tutto ciò che dovrai fare è accendere la fiamma che si nasconde nel tuo addome. Lo so, sembra tutto molto strano.
Spesso, le antiche tradizioni ci tramandano strumenti molto potenti, che funzionano mediante visualizzazioni ed allegorie.
Lascia stare, quindi, per un momento quella vocina che ti dice che dentro di te non vive nessun mago e non brucia nessun fuoco. Prova, invece, a lasciarti andare e seguimi in questo viaggio 🙂
Dunque, dicevamo: come si accende il fuoco interiore?
Esistono svariati metodi, fisici e mentali. Pratiche yoga di forza, visualizzazioni o tecniche meditative.
Oggi vi parlerò, però, di Kapalabhati.
Si tratta di una tra le più potenti tecniche, tramandate dalla tradizione yogica, legate al controllo del respiro. L’etimologia sanscrita ci dice che “Kapala” significa cranio e “Bhati” pulire.
Kapalabhati significa letteralmente pulizia del cranio.
Anche se, spesso, è chiamato “respiro del fuoco”.
Kapalabhati, dunque, è il respiro del fuoco che purifica la mente.
Si tratta di una respirazione forte, che agisce proprio a livello addominale, contribuendo a creare calore proprio là, dove vivono il tuo mago interiore e il suo fuoco.
Gli antichi yogi, nei testi classici dell’Hatha Yoga, consigliano questa pratica per purificare la mente, il sistema respiratorio, e creare profondo calore nel corpo.
Come ci si prepara per eseguire Kapalabhati?
Per provare questo tipo di respiro, prova ad assumere una posizione meditativa, ad esempio seduto a gambe incrociate o, se troppo scomodo, su una sedia, senza appoggiarti allo schienale.
La schiena deve essere diritta. Blocca poi il torace, inarcandolo leggermente, e concentrati su ciò che accade nell’addome e nel basso ventre, sotto l’ombelico.
Fai alcuni respiri lunghi e profondi di preparazione, cercando di portare l’aria nell’addome.
Come si esegue Kapalabhati?
Mentre nella respirazione abituale l’inspirazione è attiva e l’espirazione è passiva, in Kapalabhati si verifica il processo inverso. L’inspirazione è passiva mentre l’espirazione è attiva e forzata.
Kapalabhati consiste in brevi colpi di espulsione d’aria forzati, seguiti ogni volta da un’ispirazione passiva.
La cintura addominale è il motore della respirazione. Essa si attiva in fase di espirazione forzata e rimane rilassata durante l’inspirazione passiva.
Quando e per quanto si esegue Kapalabhati?
Un buon modo per allenarti è iniziare con 3 serie da 10 espulsioni.
Ad ogni settimana, puoi aggiungere altre 10 espulsioni per serie, fino ad arrivare, per gradi successivi, a 3 serie da 120 espulsioni.
Inizia con un colpo di Kapalabhati al secondo, per poi accelerare ancora fino a un massimo di 120 espulsioni al minuto (2 espulsioni al secondo). L’inspirazione deve durare 3 volte il tempo dell’espulsione. E la velocità non deve sacrificare la forza dell’espulsione perché in questo modo l’efficacia dell’esercizio diminuisce.
Esegui Kapalbhati a stomaco vuoto, mi raccomando!
Al mattino prima di colazione o la sera prima di coricarti, sarebbe perfetto.
Quali sono i benefici di Kapalabhati?
Questa tecnica consente di svuotare completamente i polmoni dall’aria residua e di abbattere il tasso di anidride carbonica nel sangue, purificando totalmente l’organismo. Trovi qui le altre tecniche yogiche per purificare corpo e mente.
Kapalabhati stimola direttamente il cervello e lo disincrosta da tutto il sangue venoso stagnante, portando un fresco afflusso di sangue ossigenato.
Provare per credere!
Per renderti conto degli effetti profondissimi di Kapalabhati, prova, dopo una giornata faticosa, a effettuarlo per 3 o 4 minuti. Ti sentirai immediatamente riposato e pronto a riprendere il lavoro. La fatica e le sue tossine vengono dissolte e spazzate via dal sangue fresco che affluisce a grande velocità nel cervello.
Kapalabhati è, quindi, un tonico cerebrale che purifica la mente.
La sua pratica regolare accresce le facoltà di concentrazione e la memoria.
Kabalabhati, infine, contribuisce ad attivare addome e diaframma, aiutando la digestione e contribuendo a risvegliare quel fuoco interiore, così importante per trasformare i tuoi sogni in realtà!
Che aspetti a iniziare? Il tuo mago interiore ti attende!
Pat
2 comments
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Bennini&Pat